Nei giorni prima del Santo Natale si è assistito alla crociata del sindaco di Monfalcone, Anna Cisint, contro gli islamici e la libertà religiosa in generale: il primo cittadino friuliano ha proibito l’esercizio del culto ai cittadini di religione islamici sia in pubblico che al chiuso in strutture da loro pagate, violando la Costituzione italiana.
«Esprimiamo il nostro profondo dispiacere per le parole del sindaco di Monfalcone, che offendono le sensibilità legate alla costruzione della libertà religiosa in Italia – ha dichiarato il Rev. Eduardo Zumpano, responsabile Ecumenismo e libertà religiosa della Chiesa Protestante Unita. Esprimiamo altresì preoccupazione per atti che violano la nostra Costituzione e solidarietà alle comunità islamiche e a tutte le altre comunità religiose che vedono limitarsi il proprio diritto di esercitare liberamente la loro capacità di manifestare il sentimento religioso e di organizzarsi in strutture religiose vere e proprio. Il diritto alla libertà religiosa è un diritto di “prima generazione”, che deve essere sempre rinnovato nonostante la conquista di diritti e libertà di “altre generazioni”. È un fondamentale diritto uno Stato si possa dire democratico o “di diritto”. Notiamo altresì anche il ritardo o il mancato riconoscimento, ai sensi della cosiddetta legge dei “culti ammessi” – che riteniamo già da decenni superata dalle norme costituzionale e non più adeguata oltre che superata dalle nuove condizioni sociali – di due enti di culto: l’Unione delle Comunità Islamiche Italiane (UCOII), costituita nel 1990, che ha presentato istanza di riconoscimento in data 10 luglio 2020 e ha ottenuto parere favorevole dal Consiglio di Stato nell’Adunanza di Sezione del 22 Marzo 2023; e la Chiesa Cristiana “Gesù Cristo è il Signore” che ha ottenuto parere favorevole dal Consiglio di Stato nell’Adunanza di Sezione il 20 Marzo 2019. Considerando che ci vogliono almeno cinque anni per la presentazione al Consiglio dei Ministri della proposta di Legge, il riconoscimento della personalità giuridica ancora non si vede. Invitiamo il governo a cambiare rotta» conclude il Rev. Zumpano.