testo di Martin Luther King 28 agosto 1963 – Rielaborazione Giampaolo Pancetti 17 maggio 2023 – letto durante la fiaccolata di contrasto dell’omobitransfobia
Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande lotta per la libertà nella storia del nostro paese. Settantacinque anni fa nacque la nostra Costituzione, la Costituzione della Repubblica Italiana. Questo fondamentale atto venne a noi come un grande faro di speranza per milioni di Italiani, schiavi della follia del fascismo, schiavi del totalitarismo, schiavi della discriminazione. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività. Venne finalmente a ricordarci le nostre radici più profonde che “TUTTI i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. (Art 3, Costituzione).
Ma settantacinque anni dopo, gli omosessuali non sono ancora uguali, i bisessuali non hanno ancora pari dignità sociale, i transessuali non sono
ancora liberi; settantacinque anni anni dopo, la loro vita è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; settantacinque anni dopo, le sorelle e i fratelli LGBTQ+ vivono ancora su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di indifferenza e oppressione; settantacinque anni dopo languono ancora ai margini della società italiana e si trovano esiliati nella loro stessa terra. Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa.
Siamo anche venuti in questa sacra piazza intestata alla Santa Croce di Cristo per ricordare all’Italia l’urgenza appassionata di una sovversione delle
logiche sociali. Questa stagione soffocante della legittima impazienza della comunità arcobaleno non finirà fino a quando non sarà stata raggiunta una tonificante era di libertà ed uguaglianza.
Ma c’è qualcosa che voglio dire a chi ha avuto il coraggio oggi di venire qui, di uscire allo scoperto: in questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste. Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.
L’offesa della discriminazione ci accomuna. TUTTI. Non possiamo camminare da soli. E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. E ci sono quelli che ci chiedono: “Quando vi riterrete soddisfatti?”
Non saremo mai soddisfatti finché due persone che si tengono per mano per strada saranno vittime di derisione, di violenza verbale, psicologica e fisica semplicemente perché omosessuali, bisessuali o transessuali.
Non potremo mai essere soddisfatti finchè un omosessuale viene buttato sulla strada dalla propria famiglia, ripudiato da coloro che più di ogni altro
dovrebbe proteggerlo e amarlo.
Non potremo essere soddisfatti finché non sarà possibile potersi sposare liberamente con la persona che si ha nel cuore o finché non saranno possibili i ricongiungimenti familiari indipendentemente dal proprio orientamento o dalla propria identità sessuale.
Non potremo mai essere soddisfatti finchè le nostre società impediscono ai bambini di poter essere accolti da due mamme o da due babbi.
Non potremo mai essere soddisfatti finché le nostre Chiese vivranno con vergogna la presenza al loro interno di persone e famiglie arcobaleno
invece di esserne orgogliose, finchè vieteranno ai propri preti e pastori di celebrare benedizioni e matrimoni di coppie omosessuali, transessuali o
bisessuali, e dall’alto dei loro scranni di potere continueranno a giudicare le loro relazioni d’amore come relazioni contro Dio e continueranno a
giudicare loro stessi come reietti da Dio, contribuendo ad un clima di odio e intolleranza. Questo è il loro Dio, non il nostro Dio. Il nostro, è il Dio di Gesù Cristo che ha proclamato il Regno della nonviolenza e della pace, il Regno dell’inclusività universale. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente. Una nuova trascendenza è possibile!
Ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle fiorite colline di Firenze i figli degli oppressori e i figli degli oppressi sapranno sedere insieme al
tavolo della fratellanza.
Ho davanti a me un sogno, che i nostri figli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il loro orientamento sessuale
o per la loro identità di genere, ma per le qualità del loro carattere!
Ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni montagna sarà umiliata, le vie tortuose raddrizzati e la gloria del Signore si
mostrerà e tutti gli essere viventi. E’ questa la nostra speranza.
Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la
libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i nostri padri, terra orgoglio del pellegrino. Da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’Italia vuole essere una grande nazione possa questo accadere.
Risuoni la libertà da Assisi, sogno universale di pace.
Risuoni la libertà da Venezia, arcipelago di bellezza e sentimento.
Risuoni la libertà da Milano, abbraccio operoso del pensiero.
Risuoni la libertà da Napoli, golfo dell’eterna amicizia.
Risuoni la libertà da Taranto, ponte tra le culture e le Nazioni.
Risuoni la libertà da Palermo, terra della gioia.
Risuoni la libertà da Firenze, culla della rinascita e del rinascimento.
Risuoni la libertà da Roma, cuore pulsante della nostra nazione.
E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni borgo, da ogni città, acceleriamo quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, lesbiche, gay, bisessuali, intersessuali, transessuali ed eterosessuali, sapranno unire le mani e cantare insieme:
“Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente della compassione, siamo liberi finalmente“.
(M.L King 28 Agosto 1963 – G. Pancetti 17 Maggio 2023)