Firenze, 23 dicembre 2021
“Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”. (Luca 2:11-12)
Cari fratelli e care sorelle,
un altro anno è passato, un anno di morte e di sofferenze, con una pandemia che sembra non avere fine, con le ingiustizie che aumentano dentro la nostra nazione e tra le nazioni, in particolare tra il Nord del mondo, impaurito eppure ricco ed egoista e il Sud povero e passivo. Persino nella distribuzione dei vaccini, che possono aiutarci ad uscire da questo terribile flagello, si ripresenta questa palese e scandalosa ingiustizia.
La Parola di Dio ci illumina e ci rende partecipi della grande ipocrisia che si ripete ogni anno nelle festività natalizie, sempre più svuotate del loro significato religioso e trascendente e, invece, intrise di superficialità, egoismo, consumismo e vuote convenzioni familiari e sociali.
Gesù nasce anche quest’anno perché il Suo Regno non è ancora pienamente in mezzo a noi: nasce in realtà ogni giorno della nostra vita. E noi siamo pronti a testimoniarLo, ad essere precursori del Suo Regno di pace e giustizia, adoperandoci ogni giorno nella predicazione della Sua Parola di Verità e Vita, testimoniando nel mondo il Suo messaggio di liberazione?
L’angelo dice ai pastori: è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. Prepariamoci ad accettare Gesù nella nostra vita e nei nostri cuori e a combattere per la Sua giustizia in questo mondo dilaniato e pauroso.
Il Signore sia sempre con voi e Vi benedica e protegga,
+ Andrea
1 commento su “Lettera del Vescovo Andrea in occasione del Santo Natale 2021”
Federico Fauci
(24 Dicembre 2021 - 00:45)Sottoscrivo tutto… Avrei però parlato di contenuti cristiani e non religiosi. Furono i religiosi a pretendere la crocifissione di Gesù e non possiamo dimenticare questo risvolto storico. Parlerei di fede e non di religione. Sono un cristiano, nato di nuovo come prescrisse il nostro Signore e Salvatore… E in troppi non conoscono questa condizione decisiva. Un alto prelato ha il dovere di mostrare il suo essere servitore e non un capo. Questo è il mio umile commento e questa è la mia più grande ambizione: essere servo dei Suoi servi e trovare il mio nome scritto nel suo libro della vita, insieme a quello dei miei amati se possibile… e un piccolo spazio vicino o anche lontano dai Suoi Santissimi piedi.