LA CHIESA PROTESTANTE UNITA ADERISCE ALLA CAMPAGNA «SIAMO QUI. SANATORIA SUBITO»

La Chiesa Protestante Unita ha formalmente aderito il 1° aprile scorso alla campagna «Siamo qui. Sanatoria subito» per mano del Rev. Dr. Panerini: «in qualità di Decano Nazionale della Chiesa Protestante Unita è mio conto comunicarVi che la nostra Chiesa aderisce senza riserve alla Vostra lodevole campagna per la regolarizzazione dei migranti durante questo duro periodo per la nostra nazione, convinti che non solo è un atto di fratellanza e giustizia ma anche di sicurezza sanitaria e civile

La campagna – che ha come promotori Legal Team Italia, Campagna LasciateCIEntrare, Progetto Melting Pot Europa, Medicina Democratica – e che ha già riscosso migliaia di adesioni tra associazioni, Chiese e singoli cittadini, fa appello a tutte le forze sociali e politiche del paese per una sanatoria di tutti i migranti irregolari considerato che «i tempi del coronavirus rendono ancor più necessario e urgente l’intervento del Governo, perché adesso alle buone ragioni della sanatoria si aggiungono anche le esigenze di tutela della salute collettiva, compresa quella delle centinaia di migliaia di migranti privi del permesso di soggiorno, che non hanno accesso alla sanità pubblica. Il migrante irregolare non è ovviamente iscritto al Sistema Sanitario Nazionale e di conseguenza non ha un medico di base e ha diritto soltanto alle prestazioni sanitarie urgenti. Il migrante sprovvisto del permesso di soggiorno, nei casi di malattia lieve (qualche linea di febbre, un po’ di tosse) non si rivolge alle strutture sanitarie, mentre nei casi più gravi non ha alternativa al presentarsi al pronto soccorso, il che contrasterebbe con tutti i protocolli adottati per contenere la diffusione del virus. Il sans papier ha timore di presentarsi in un ospedale, perché potrebbe incappare in un controllo che lo condurrebbe all’espulsione o alla reclusione in un Centro di Permanenza per il Rimpatrio. Il “clandestino” è costretto a soluzioni abitative di fortuna, in ambienti spesso degradati e insalubri, condivisi con altre persone. Insomma, gli “invisibili” – prosegue l’appellosono per molti aspetti soggetti deboli, che se non sono più esposti al contagio del virus, più di altri rischiano di subirne le conseguenze: sanitarie, per la plausibile mancanza di un intervento tempestivo, ma anche sociali, per lo stigma cui rischiano di essere sottoposti a causa di responsabilità e inefficienze non loro ascrivibili

La Chiesa Protestante Unita promuoverà questo appello e la campagna informativa sia a livello centrale che attraverso le sue articolazioni territoriali e tematiche, certa che è necessario fare pressione sul Governo italiano per risolvere una volta per tutte la questione che – si ribadisce dal Decanato nazionale – non riguarda solo una grave ingiustizia ma anche la stessa sicurezza sanitaria della nazione.

Autore dell'articolo: wp_2235727

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