Il Decano della Chiesa Protestante Unita, Rev. Andrea Panerini, aderisce – a titolo personale e a nome della Chiesa – all’appello lanciato nei giorni scorsi dall’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche in Italia) dal titolo “Polonia, Memoria a rischio. Difendiamola tutti insieme”.
Dopo l’approvazione della controversa legge polacca che vieta, anche all’estero, di parlare di “campi di concentramento polacchi” o di collaborazionismo tra polacchi e nazisti, il premier polacco Mateusz Morawiecki è arrivato a dire che durante la Shoah “ci furono colpevoli polacchi, così come ci furono colpevoli ebrei”.
In una lettera indirizzata alla Presidente dell’UCEI, dr.ssa Noemi Di Segni, il Rev. Panerini scrive: «La legge recentemente approvata in Polonia non solo offende profondamente la memoria del popolo ebraico e dell’accadimento più doloroso della sua storia recente – la Shoah – compiuto dal governo tedesco nazista e dai numerosi collaborazionisti nella maggior parte dell’Europa continentale ma è una norma punitiva nei confronti degli storici e dei ricercatori in nome di una purezza della patria polacca – che se fosse tale non avrebbe bisogno di essere tutelata per mezzo della legge penale. Come storico non posso che rilevare come la mancanza di libertà storiografica abbia spesso spalancato le porte – nel passato anche recente – a regimi autoritari e totalitari oltre ad essere violato uno dei principi fondamentali della democrazia e dei diritti umani: il diritto al dissenso, alla propria opinione – accademica e non – e il diritto all’indagine storica. I “campi polacchi” sono tali in quanto costruiti in territorio polacco – pur momentaneamente aggregato al Reich tedesco. E se è innegabile che le menti della Shoah sono state quelle naziste, molti collaborazionisti vi sono stati nei territori occupati (anche nella Repubblica Sociale Italiana, per esempio) senza i quali l’opera di sterminio sarebbe stata meno efficace e meno capillare. E su queste collaborazioni, anzi, la storiografia contemporanea ha fin troppo poco indagato.
L’iniziativa del governo polacco – conclude il Rev. Panerini – si inserisce in un processo revisionistico e di netto slittamento a destra dei valori di integrazione europea che ormai sono irriconoscibili nei confronti dei Padri fondatori e dei pensatori di una Europa dei popoli unita e democratica. Tra tutti voglio rammentarLe sicuramente Giuseppe Mazzini di cui Lei conoscerà senz’altro i rapporti con la comunità ebraica.
La nostra è sicuramente una piccola voce di nessuna importanza, ma voglio che Lei sappia che ci ha accanto nella lotta, nell’indignazione e nella preghiera.»